10.12.11

AMITYVILLE POSSESSION

Italia, Usa | 1982 | 100 minuti | colore | 1.85:1 | italiano 5.1

DIRECTOR
DAMIANO DAMIANI


Rivisto in DVD a distanza di anni, è stata un'ennesima conferma. Ingiustamente sottovalutato da molti, AMITYVILLE POSSESSION è invece a mio avviso il miglior film sul filone post-esorcista assieme a L'ANTICRISTO di De Martino e CHI SEI? di Ovidio Assonitis.
 Innanzitutto il film è tecnicamente ben realizzato, con stupefacenti carellate in soggettiva, molto all'avanguardia per l'epoca visto che non esisteva ancora la steady-cam (memorabile il piano sequenza che ruota e avvolge a 360° il protagonista nella sequenza pre-possessione). Le stanze, le scale, tutto l'interno della famigerata villa ha una resa molto inquietante grazie all'ottima fotografia di Franco Di Giacomo. Il giovane protagonista (Jack Magner) ha un volto che è perfetto per la parte dell'indemoniato Sonny, il make-up (soprattutto nel finale) è veramente impressionante: visto con i giusti giochi di ombre e luci all'interno di quell'attico sporco e maligno, non ha nulla da invidiare al trucco usato su Linda Blair per quell'ESORCISTA da cui AMITYVILLE POSSESSION prende (giustamente) ispirazione per la seconda parte, e se proprio bisogna muovere un'accusa sul finale, più che alla scelta abbastanza scontata della conclusione, bisognerebbe citare l'esagerazione dell'aspetto orrorifico, con l'apparizione della mostruosa creatura che si cela all'interno del corpo del protagonista (classica e ridicola americanata).


La prima parte si sviluppa forse un pò velocemente con il manifestarsi degli eventi sovrannaturali che albergano la dimora, ma la tensione non ne risente e Damiani riesce a giocare molto bene su un campo che non è il suo (l'horror) infondendo alla pellicola anche due aspetti fondamentali: un tocco di malsano  che non guasta mai, (la scena dell'incesto, certi dialoghi in perfetta sintonia con l'immagine: "La prossima volta che ti verrà la voglia di toccarmi ti sputerò in faccia!" esclama Patricia (Diane Franklin) al fratello, mentre il suo volto ci appare devastato durante uno degli attacchi di possessione. Il girovagare di Padre Adamsky (James Olson) tra le stanze nuovamente abbandonate e grondanti sangue e fango della villa) e la paura, elemento molto spesso completamente assente in altri film dello stesso filone (vedi EXORCISMO, L'OSSESSA, LA CASA DELL'ESORCISMO, e ne potremmo citare altri) In AMITYVILLE POSSESSION la paura è palpabile: dalle prime escursioni demoniache, rigorosamente in soggettiva all'interno della dimora, passando per la famigerata e audace sequenza della mattanza (tagliata in vari punti nei passaggi televisivi), al volto sghignazzante e al tempo stesso sofferente di Jack Magner. 


Per concludere, nulla a che vedere questo film con gli altri soporiferi e dimenticabili episodi della saga Amityville, se non per il fatto di essere il prequel (ma poteva benissimo anche essere un film a sè stante). Damiani infatti ha dichiarato che all'epoca non aveva mai visto AMITYVILLE HORROR di Rosenberg, il che è molto credibile, visto l'ottimo risultato.


11.11.11

KURONEKO


Giappone
1968
94 minuti
bianco e nero
2.35:1

preview gallery


THE GRUDGE & Company ante litteram: donne fluttuanti tra i boschi che succhiano il sangue di giovani samurai...Si potrebbe descrivere molto semplicemente così, se vogliamo, la sintesi di questo strano horror giapponese di Kaneto Shindo, già autore dell'accattivante ONIBABA

KURONEKO è fondamentalmente la storia di una vendetta, gli spiriti vendicativi di due donne (madre e figlia) che, violentate da un gruppo di samurai e successivamente arse vive nella loro casa, tornano per placare la loro sete di sangue. Il gatto nero del titolo, è quello che si vede all'inizio "prendere possesso" dell'anima dai corpi martoriati delle due. Il punto forte della sceneggiatura resta, in ogni caso, il rapporto conflittuale che si viene a creare tra la madre (spirito) e il figlio samurai che, tornato dalla guerra, è costretto a combatterla. Certe sequenze poi, riescono a mettere anche dei brividi di paura (come quella in cui la donna si specchia sulla pozza d'acqua). Forse lo preferisco a ONIBABA, ma di quest'ultimo è d'obbligo un'altra visione.
Molto bello!

17.9.11

THE BURNING


Usa | 1981 | 88 minuti | colore | 1.85:1 | 16:9 | inglese 1.0 | italian sub
DIRECTOR
TONY MAYALAM

Premetto che non amo particolarmente il genere slasher, ma questo THE BURNING mi è veramente piaciuto. La trama è pressochè identica al suo precursore, quel VENERDI' 13 che dal 1980 in poi spalancò le porte ad una miriade impressionante di altri film sulla stessa linea, inaugurando quello che è diventato un vero filone personalizzato all'interno del genere horror (anche se le origini vere e proprie partirebbero dal violentissimo REAZIONE A CATENA - 1971 - del nostro Mario Bava). Personalmente, vista la quantità (e qualità più scadente) di tali pellicole realizzate negli anni '80 e successivi, penso che THE BURNING sia il migliore, forse ancora migliore del film di Cunningham.


In un campeggio estivo un gruppetto di ragazzi decide di giocare un brutto scherzo al custode, il quale rimane terribilmente ustionato. Dopo 5 anni di ospedale viene dimesso e naturalmente il suo primo pensiero è quello di ritornare al campeggio per compiere una strage. Nel frattempo però, il ragazzo che aveva organizzato lo scherzo, è diventato sovraintendente del campus...


Come già accennato prima, grosso modo THE BURNING corre sugli stessi binari di VENERDI' 13, ma si possono comunque riscontrare alcune piccole differenze che lo portano ad un gradino superiore: inanzitutto in sceneggiatura, l'idea d'inserire un antagonista al personaggio del killer, giova di molto alla storia, facendo si che l'assassino non uccida soltanto per rancore verso una serie di teenager (colpevoli soltanto di occupare il campus) che nulla c'entrano con una storia successa 5 anni prima, ma che possa confrontarsi direttamente con l'artefice delle sue sofferenze e del suo stato attuale, potendo mettere in atto una vera e propria vendetta personale. 


Il secondo punto a favore riguarda gli eccezionali effetti speciali del grande Tom Savini, che qui rincara la dose di gore, molto più elevata rispetto al film di Cunningham e con omicidi più originali e d'impatto (memorabile e veramente impressionante la sequenza della zattera). Infine, bellissimo anche il tema musicale di Rick Wakeman, molto più elettronico e "action" rispetto al "sci sci sci...scià scià scià!" di VENERDI' 13.  Una sola cosa: che cavolo aspettano i nostri cari distributori a farlo uscire in dvd anche qui in Italia?

The Raft Scenes 
CATEGORIES: Cultzone | Slasher | Gore | Horror

20.7.11

DELIRIUM HOUSE


TERROR


Gran Bretagna | 1979 | 77 minuti | colore | italiano, inglese 2.0

DIRECTOR

Una donna accusata di stregoneria viene mandata sul rogo, mentre brucia lancia una maledizione contro i suoi accusatori e le relative generazioni a venire. 300 anni dopo, un regista, discendente della famiglia che condannò la donna, si ispira a quei fatti per realizzare un film, ma ben presto la finzione scenica comincia a confondersi con la realtà: la maledizione infatti si sta attuando e tutti quelli che hanno a che fare col regista cominciano a morire di morte violenta...


Norman J. Warren è uno dei pochissimi veri specialisti dell'horror-gore britannico. Tra la fine degli anni '70 e i primi '80 ha sfornato quattro piccoli gioiellini del genere. Questo Delirium House, più noto come Terror, fa parte del lotto. Come nel suo stile, il regista intinge la pellicola di una bella dose di efferatezze varie: decapitazioni, impalamenti, volti carbonizzati, feroci accoltellamenti e così via. Questa volta però, pecca un pò di originalità in confronto ai suoi due film precedenti (Satan's Slave, Alien Prey), pescando a piene mani dal Suspiria argentiano:
 

innanzitutto con il coloratissimo gioco di luci verdi e rosse e poi con il finale, che addirittura in certe inquadrature sfiora quasi il plagio (la protagonista, in alcune pose sembra la copia esatta di Jessica Harper). Citazioni e autocitazioni (I poster di Thriller en Grym e Satan's Slave), ma anche una sceneggiatura abbastanza scontata, che non convince pienamente ed una recitazione scadente. In compenso però, le sequenze gore (su tutte l'accoltellamento della modella rossa, che tra l'altro fa anche da manifesto per le copertine di varie edizioni in DVD) e una più che discreta atmosfera, pagano dei difetti.


Insomma, non il miglior film di Warren, un pochino giù di tono rispetto al solito, ma è comunque un film di Warren! il che significa una scossa di adrenalina, se paragonato alla mediocre media dei soporiferi "horrorini" inglesi che circolavano in quel periodo.

 
CATEGORIES: Cultzone | Horror